lunedì 14 luglio 2014

NON TUTTI SANNO CHE.........





La Storia

Storia di Chioggia
Anche Chioggia, come tante altre città d’artica origine, non si sottrasse al vezzo di cercare nel mito e nella leggenda le proprie radici per nobilitarle. Essendo Clodia l’antico nome della città, resiste ancora la leggenda che la considera come una fondazione di un reduce della guerra di Troia, un certo Clodio che, assieme ai compagni di Enea, Antenore e Aquilio, sarebbe approdato nella penisola italica. Come sopravvive ancor oggi una credenza nella cultura popolare dei pescatori che racconta di una antica Chioggia sommersa nel luogo ove si trovano le tegnùe.
I reperti archeologici e importanti citazioni di storici, quali Plinio il Vecchio (I° sec. d.C.) che nella sua "Historia Naturalis" descrive la "Fossa Clodia" e "Brundulum" e la stessa tavola Peuntingeriana, fanno pensare alla sua esistenzagià in epoca romana.
Le incursioni barbariche, soprattuttodegli Unni, dei Longobardi e dei Franchi, provocando un esodo massiccio e continuo dall’entroterra verso le isole della laguna, portarono nella zona di Chioggia in particolare le genti provenienti dall’area padovana di Este e Monselice.
Nel 1110 Chioggia divenne sede vescovile, trasferendo le reliquie dei Santi patroni Felice e Fortunato da Malamocco, che a sua volta le aveva ereditate da Aquileia.
Nel 1177 venne scelta come città “aperta” per garantire ospitalità ai massimi antagonisti della contesa tra impero e papato, riuniti per i preliminari di una difficile ripacificazione, passati alla storia come Trattato Clodiano, che richiamarono a Chioggia i massimi protagonisti europei dell’epoca.
Agli albori del dogado veneziano Clugia Major (Chioggia) e Clugia Minor (Sottomarina) erano l'XI e la XII isola della Serenissima riunite in una Confederazione Lagunare.
In periodo medioevale la città divenne famosa per la produzione del pregiato sal Clugiae: i suoi 76 “fondamenti”, in un area lagunare di circa 2.500 ettari, le garantivano il titolo di maggior produttore dell’epoca.
L’evento che segnò maggiormente il destino della città fu quello che passò alla storia come “Guerra di Chioggia” (1379-80), perché la città diventò il teatro dello scontro finale tra le Repubbliche marinare di Venezia e Genova, nell’ambito dei secolari contrasti per il predominio sui mari. I genovesi, risalendo l’Adriatico, affrontarono il nemico in casa loro. Dopo aver raso al suolo Sottomarina, che verrà ricostruita solo nel 1700, i genovesi conquistarono Chioggia, assediata a sua volta e poi liberata dalla flotta veneziana.
Seguì tra il '400 e il '500 un lungo periodo di crisi con pestilenze e carestie aggravato da eventi straordinari come le razzie dei pirati e degli Uscocchi; l’Interdetto per contrasti con il confinante Stato pontificio (1515); la devastante peste del 1630 che provocò la morte di metà della popolazione; e la minaccia dei Turchi.
Il 24 giugno 1508 si registrò un evento miracoloso che ebbe una certa rilevanza nella storia della città: l’apparizione ad un ortolano della Madonna di Marina o della Navicella: fatto che provocò molto scalpore in tutto il circondario.
Nel 1744 venne realizzata la costruzione dei Murazzi, imponente difesa a mare, lunga oltre 5 chilometri necessaria per rinforzare i litorali della parte più meridionale della laguna, conclusasi dopo 38 anni e che permise la rinascita di Sottomarina.
Il 14 maggio 1797, le truppe napoleoniche entrarono in Chioggia senza incontrare alcuna opposizione, si instaurò la municipalità provvisoria retta da un gruppo di intellettuali progressisti che intravidero l’opportunità di rivendicare l’autonomia della città dalla Dominante: esperienza durata solo otto mesi, perché dopo il trattato di Campoformio nel 1798, passò sotto la dominazione degli Austriaci.
Per il contributo eroico fornito nel periodo del risorgimento italiano, in particolare nei moti 1848-49, la città fu insignita della medaglia d’oro: furono una settantina i chioggiotti che parteciparono alle varie campagne per l’unità d’Italia. Fra tutti si ricorda il ragazzo undicenne Giuseppe Marchetti, il più giovane dei Mille.
Durante la Grande Guerra, soprattutto in seguito all’arretramento del fronte sulla linea del Piave, divenne proprio l’immediata retroguardia del fronte, penalizzata in tutti i comparti e trasformò molti istituti civili e religiosi in ospedali militari.
Anche durante le fasi finali della seconda Guerra mondiale Chioggia ebbe un’importanza strategica: nei piani degli alleati, infatti, era considerata il luogo di un possibile sbarco che, con l'appoggio delle forze partigiane, avrebbe consentito l'occupazione delle fortificazioni del litorale e in seguito del Veneto nel suo complesso. Epica fu la sera della liberazione, il 27 aprile 1945, quando la città si illuminò a giorno per evitare l’annunciato bombardamento dell’aviazione alleata, decisa a domare in questo modo la mancata resa dei tedeschi.
La città meritò anche la medaglia d’argento al valor civile per i tempestivi e spontanei soccorsi portati dai suoi volontari con le loro barche alle popolazioni durante la disastrosa alluvione del Polesine nel novembre del 1951 e per la prima assistenza agli sfollati.
A sua volta, però, dovette subire il 4 novembre del 1966 le gravissime conseguenze dell’eccezionale maltempo che segnò anche la punta massima dell’alta marea in laguna e che portò a provvedimenti straordinari di salvaguardia di questo delicato ambito, meglio noti come Legge speciale per Venezia e Chioggia.
e della spiaggia di Sottomarina
La spiaggia di Sottomarina che naturalmente si sviluppa nel cordone litoraneo più meridionale della laguna veneta è figlia di due interventi finalizzati alla salvaguardia lagunare: la deviazione della foce del Brenta in mare avvenuta nel 1895, che con i suoi apporti sabbiosi la foraggiò in modo determinante, e la costruzione della diga sud del porto di san Felice, iniziata nel 1911 e conclusa nel 1935. Queste due situazioni favorirono uno sviluppo straordinario del litorale, con una crescita anche di tre metri all’anno, che permise la nascita di un’ampia zona residenziale e turistica, accanto ad un ampio arenile, che in qualche tratto supera anche i 300 metri di profondità.
La spiaggia di Sottomarina fu frequentata fin dagli inizi del ‘900 da una certa èlite, che si ritrovava nei primi stabilimenti balneari, il Margherita, il Salute e successivamente il Miramare, il Clodia, sviluppando un’eredità già sperimentata in Laguna fin dalla metà dell’Ottocento, quando vennero realizzati degli stabilimenti balneari su palafitte per sfruttare le qualità salutistiche dei bagni marini, secondo una moda allora emergente. Fino agli anni Cinquanta veniva ricercata soprattutto per le qualità terapeutiche dell’aria e della sua sabbia consigliata anche per le sabbiature.
Il boom, però, che ha consacrato la spiaggia chioggiotta come località del turismo balneare di massa, risale agli inizi degli anni Sessanta, in concomitanza con la costruzione del Lungomare adriatico e il suo prolungamento con il raccordo con la nuova Statale Romea. Negli anni successivi oltre alla salubrità del sito, la pluralità dei servizi e le molteplici proposte d’intrattenimento, si ricercano le particolarità proprietà abbronzanti della sua sabbia finissima e di color perlaceo.






La Tradizione

Chioggia accanto al suo cospicuo patrimonio artistico e monumentale annovera anche delle interessanti forme di arte popolare, impropriamente definita “minore”.
Tra le espressioni più rilevanti ricordiamo le tolèle o tavolette votive, che sono piccoli quadri di solito dipinti su tavole di legno che raccontano con un linguaggio spontaneo, si potrebbe dire naif, i miracoli e le grazie ricevute dalla povera gente che in questo modo voleva esprimere pubblicamente il loro grazie per la grazia ricevuta. Questi ex voto che venivano collocati nelle chiese, dove era venerato il santo protettore, un tempo erano numerosissimi. Oggi se ne conservano un centinaio di esemplari, precisamente 104, di cui 37 nella chiesa di San Domenico, 51 a San Giacomo e 16 in Cattedrale. Raccontano storie di naufragi, di guarigioni o di infortuni nel lavoro offrendo spunti interessanti della storia quotidiana popolare di un tempo.
Altra espressione d’arte religiosità popolare sono i Capitèi, una sorta di piccole edicole religiose. Presenti praticamente in ogni calle, solitamente erano collocati nelle zone più oscure assolvendo così anche alla funzione di sopperire alla mancanza di pubblica illuminazione. Diventavano il punto di aggregazione della comunità della calle. I più interessanti ed antichi si trovano nell'angolo di Calle Fornetti, in Calle Vianelli, in calle Ravagnan e in Calle Donaggio. Il Gruppo di Arte Popolare negli ultimi anni ha provveduto a valorizzarli, restaurandoli e integrandoli nei luoghi dove era spariti, a volte anche trafugati.
Altra espressione genuina d’arte popolare, era il penèlo,un originale e pittoresco segnavento, che si collocava in cima all’albero del bragozzo, l’imbarcazione a fondo piatto, divenuta il simbolo della marineria chioggiotta: i suoi modellini costituiscono un souvenir ancora in voga. La struttura del “penèlo” presenta tre riquadri, dove venivano intagliate le sagome dei santi patroni della città, gli strumenti della passione del Cristo (la croce, la scala, la lancia, il gallo sulla colonna, la pertica con la spugna). Agganciate a questa composizione, che solitamente nella parte superiore riportava anche la figura di un “pupolòto” in atteggiamento di ballerino, c’erano molti nastrini, bandierine rosse e a volte anche campanellini.
Tipica della tradizione locale anche la “pipa chioggiotta”, costruita in terracotta con la canna in legno di marasca o sanguinella: Il camino in terracotta grezza era forgiata con le figure più varie. Oggi, riprodotta al mondo antico da un artigiano, è diventata uno degli oggetti di souvenir più tipici del luogo.
Chioggia, capitale della pesca e centro orticolo con produzioni tipiche riconosciute a livello europeo, conta su una tradizione culinaria di tutto interesse originata in prevalenza dalle esigenze di vita e di lavoro. Tra le cose più peculiari ricordiamo i “bossolà”, conosciuti anche come pane di Chioggia, a forma di anello fragrante e croccante nasce dall’esigenza della conservazione nelle lunghe campagne dei pescatori in mare, la “smegiassa”, focaccia a base di miele nero, farina, zucca, uva passa pinoli e zucchero che è il tipico dolce delle feste natalizie; i “berolini”, fatti con farina, melassa e anice con le forme degli oggetti più svariati che erano un tempo i dolci della Befana; i “papini”, fatti a ciambelline dal gusto leggermente di vaniglia e dall’impasto piuttosto duro, che erano il classico dolce pasquale, come pure il “pan conso”, dolce più tipico di Sottomarina. Più recente è la Ciosòta, la torta a base di carote e radicchio.







Il Nostro Patrimonio Artistico

VISITA DELLA CITTA’
E’ possibile gustare il valore artistico della città con un itinerario di poco più di due ore.
Iniziando da sud, dall’antica Porta di Santa Maria (1530). Subito sulla sinistra nel lato sud della Cattedrale, nel cosiddetto Sagraéto (piccolo sagrato) si può ammirare il complesso del Refugium Peccatorum: uno degli angoli più suggestivi della città, immortalato da artisti e scrittori. La statua della Vergine col bambino, assieme alla balaustra con le statue delle virtù civiche, era posta fino al 1814 sulla scalinata dell'antico palazzo comunale, ed era così chiamata perché di fronte ad essa i condannati a morte sostavano per recitare l'ultima preghiera.
La tappa successiva è nella Cattedrale (1630), opera giovanile di Baldassarre Longhena. Al suo interno si ammirano il Battistero (1700) di A. Cattajapietra, il pulpito (1677) di Negri e Cavalieri e l'altar maggiore del Tremignon. In una cappella laterale sono conservate le reliquie dei SS. Patroni Felice e Fortunato con alle pareti pregevoli tele di Bambini, Cignaroli, Diziani e Trevisani. In quella del Santissimo le decorazioni sono di Michelangelo Schiavoni. Nelle navate pregevoli sono la scultura di Santa Agnese di Antonio Bonazza, il bancone del Brustolon, le tele di Palma il Giovane, Pietro Liberi,,Francesco Rosa, Valentin Lefevre. Il Campanile di stile Romanico risale al 1347.
Accanto si trova il tempietto di San Martino in stile tardogotico costruito dagli abitanti di Sottomarina rifugiatisi a Chioggia dopo la distruzione del loro borgo ad opera dei Genovesi nel 1379.  Dall’altra parte della piazza possiamo ammirare i due ex-oratori di San Pieretto (1432) e dei San Francesco alle stigmate, sede della confraternita dei “rassa”.
Procedendo troviamo, a sinistra, la chiesa e l’ex convento di San Francesco e sulla destra Palazzo Poli dove una targa ricorda che per qualche anno fu la casa di Carlo Goldoni padre della commedia italiana ed autore delle famose “Baruffe Chioggiotte”.
Al centro della piazza si trova la basilica di S. Giacomo, che conserva l’effigie della Madonna della Navicella, ritrovata dopo un'apparizione della Madonna sulla riva della spiaggia di Sottomarina nel 1508.  Numerose le 'tolele', e gli ex voto a testimoniare la radicata religiosità popolare. Tra le opere più notevoli il vastissimo affresco del soffitto di 223 mq. opera settecentesca del pittore locale Antonio Marinetti detto il Chiozzotto, allievo di Giovanni Battista Piazzetta (1682-1754).
Sulla Piazzetta XX Settembre si affaccia la chiesa della SS. Trinità realizzata nella forma attuale nel 1705 da Andrea Tirali (1660-1737), con pianta a croce greca. Nell'attiguo oratorio dei Battuti, detti i 'Rossi' per il colore del saio penitenziale, si può ammirare uno dei più importanti cicli pittorici del manierismo veneto (Paolo Piazza, Palma il Giovane, Andrea Vicentino, Alvise Banfatto).  Questo complesso ora conserva la pinacoteca diocesana. Oltre il ponte la chiesa lì oratorio e il convento dei Padri Filippini.
Nella stessa piazzetta notevole anche lo Stendardo, il pennone portabandiera sostenuto da tre prigioni opera del Zemignani (1713). Oltre il Palazzo comunale ricostruito in puro stile asburgico, si trova Palazzo Granaio, uno degli edifici più antichi della città anteriore alla guerra di Chioggia, di stile gotico molto sobrio, è stato costruito nel 1328. Aveva la funzione di conservare il grano necessario alla comunità e poggiava originariamente e fino al secolo scorso su 64 colonne,. Sulla facciata è visibile un'edicola con un'immagine della Madonna col Bambino, opera attribuita a Jacopo Sansovino (1486-1570).
Sotto si può ammirare la suggestiva Pescheria cittadina: l'accesso principale è costituito dal 'Portale a Prisca', opera dello scultore padovano Amleto Sartori.
Lungo il Corso del Popolo s'incontra la chiesa di S. Andrea. Di antica fondazione (esisteva già nel XV secolo), la chiesa venne rifatta nel 1743 con la facciata è di tipo barocco. Decorata dagli affreschi di Luigi Cherubini. Accanto il campanile del XI sec. un tempo torre di difesa e di avvistamento militare, che conserva l’orologio da torre più antico al mondo, esistente già nel 1386, contemporaneo di quello della cattedrale inglese di Salisbury.
Conclude la passeggiata nel corso la stupenda visione che offre la Piazzetta Vigo dove si trova l’imbarcadero per Venezia: vi troviamo la Colonna con il Leone Marciano (chiamato con ironia dai chioggiotti per le sue fattezze non proprio maestose 'el gato'), e il maestoso ponte di Vigo che rappresenta il balcone della città sulla laguna, costruito in muratura nel 1685 ed abbellito nel 1762 con marmi d'Istria.
 Per completare il nostro itinerario è necessario spostarsi nelle fondamenta del Canal Vena dove si possono ammirare alcuni tra i più importanti palazzi cittadini tra cui Palazzo Grassi, ora sede universitaria dove si trova il museo di Zoologia adriatica.
E da ultimo giungere fino all’isoletta di San Domenico dove sorgeva un antico convento domenicano. Nel tempio settecentesco si possono ammirare opere di grande valore del Carpaccio (S. Paolo, ultima opera conosciuta al 1520), di Jacopo Tintoretto, di Pietro Damini, di Leandro Bassano. Ma l’oggetto più prezioso è senz’altro il gigantesco Crocefisso ligneo, alto più di quattro metri, che risale al XIV sec. Ed è riconosciuto come uno dei più interessanti esemplari esistenti di Cristus dolorosus, notevole per la sua fattura ed espressività.







Chioggia Musa Ispiratrice

Meta di artisti e scrittori
    “Vi è chi crede di aver conosciuto l’Italia, ma quando per un errore di itinerario, arrivando a Chioggia si accorge di essa, grida per la meraviglia e si morde le mani per averla ignorata o creduto non fosse degna di essere vissuta”, lo scrittore Giovanni Comisso delinea così la città, a simboleggiare una destinazione ambita da pittori e letterati.
    L’arte a Chioggia ha espresso personaggi di tutto rilievo, come Rosalba Carriera, Felice e Natale Schiavoni, Antonio Marinetti. La città era meta di pittori come il Tintoretto che trovavano qui le figure giovanili da riprendere e atmosfere particolari. Ma è soprattutto nel secondo ottocento, con l’affermazione del “verismo” e dei “vedutisti” che diventa meta privilegiata dei più importanti pittori. Basti pensare, per tutti, ai lombardi Leonardo Bazzaro e Mosè Bianchi, alla scuola veneziana (da Luigi Nono ai Ciardi e a Ettore Tito), ai viennesi Robert Leopold e Ludwig Passini. Per tutto il novecento Chioggia, con i suoi colori, la sua luminosità e le sue atmosfere, con la vita che vi scorre in un intreccio in continuo movimento tra terra e acque, la sua dimensione a ‘misura umana’ è entrata nell’immaginario collettivo di artisti e letterati, rinfocolando una rilevante tradizione locale che continua e si rinnova. Tra tutti la triade di metà ottocento costituita da Angelo Brombo, Dario Gallimberti e Luigi Pagan, ma anche tutta un’altra schiera di artisti, da Aristide Naccari a Domenico Boscolo Natta, da Ezio Caraceni a Walter Pregnolato, oltre a pittori veneti come Vico Calabrò e Riccardo Galuppo.
    “Paese sospeso in aria, che ha da spartire più con la fantasia che con le immagini delle città di mare. È un rettangolo di terra che pare voglia staccarsi dagli orti che la tengono legato a Sant’Anna e Brondolo, per avventurarsi in mare a conoscere posti nuovi, a fare altre esperienze” (scrive Orio Vergani, scrittore e giornalista), Chioggia è paese sui generis che, come dice lo scrittore rodigino Giannantonio Cibotto, è “festa di vita”, città autentica, “un pezzo d’oriente incastonato sulla laguna”.
    Tenebrosa e solare, drammatica e felice, è tutto un teatro, un manifestarsi di pulsioni dove la vita scorre. Per riprendere Comisso: “un guscio d’ostrica dove tra reflui di madreperla la vita fermenta”.
    La sua dimensione ha impressionato scrittori lontani e vicini, con le “fitte facciate smunte dal vento, Madonne in nicchie nascoste, specchi d’acqua e barconi stracolmi di pesce” (come scrive Hermann Hesse). Basti pensare ai cinquecenteschi Andrea Calmo e Angelo Beolco, detto il Ruzante, o al capolavoro di Carlo Goldoni, Le Baruffe chiozzotte, che ha fatto dire ad uno scrittore del calibro di Wolfgang Goethe “ora finalmente posso anche dire di avere visto una commedia”.
    Le testimonianze letterarie vantano figure di tutto rispetto, da Gabriele D’Annunzio e Marino Moretti, a Cesare Brandi, Orio Vergani, Gianni Celati, Nino Savarese, Guido Piovene, fino alla nuova generazione di narratori veneti, con Giulio Mozzi, Roberto Ferrucci, Marco Franzoso.







Mare e spiaggia

La prima ricchezza di Chioggia è il mare, sia per l'attività peschereccia di antica tradizione, sia per la più recente vocazione turistica.
La scoperta dei benefici dei bagni di mare e della tintarella di sole risale rispettivamente a fine Ottocento e agli anni Trenta del Novecento. Il litorale di Sottomarina si è subito caratterizzato in questo ambito principalmente per due elementi:
  • la presenza di arie salubri portate dalla brezza marina, pregna di salso e di iodio;
  • la possibilità di beneficiare di una sabbia unica grazie all'incessante deposito dei fiumi che nel tempo hanno formato una spiaggia larga centinaia di metri.
A Chioggia, la spiaggia e il mare devono la loro fortuna alle indicazioni che nel Novecento i medici dell’entroterra davano ai propri pazienti, consigliando bagni in questo mare, sabbiature terapeutiche in questa spiaggia e salutari passeggiate sul lungomare di Sottomarina.
Negli ultimi decenni, alle ragioni mediche e salutistiche, il litorale ha saputo aggiungere altri motivi di attrazione per i suoi ospiti, legati al divertimento o alla tranquillità che il soggiorno in queste località riesce a offrire. Lungo la spiaggia di Chioggia si trovano spazi idonei per le esigenze di ciascuno.
Il litorale, che complessivamente raggiunge undici chilometri di lunghezza, offre la possibilità di fruire di moderni stabilimenti balneari e di attrezzate strutture di divertimento. Inoltre potrete essere attratti dalle dune scolpite dal vento e dall’acqua e dalla loro particolare vegetazione o lasciarvi catturare dal panorama sul mare che offrono le dighe foranee sulla bocca di porto o le dighette e i percorsi alla foce del Brenta e dell’Adige.
Se il mare e la sabbia sono ancora quelli di un tempo, a Chioggia sia le spiagge che le strutture di accoglienza e le possibilità di svago sono notevolmente aumentate e si adeguano continuamente alle mutate esigenze del turista dei nostri giorni per offrire una vacanza rigenerante e appagante.







Mangiare e bere

I ristoranti di Chioggia con i loro piatti tradizionali, ideati e preparati con ingredienti locali, offrono una cucina di grande qualità, che racchiude i sapori, i colori e la storia passata della città. Ogni pietanza racconta l'identità più profonda e più genuina di Chioggia e dei suoi dintorni, ci racconta di uomini e donne, di luoghi e di mestieri.
La tradizione eno-gastronomica di Chioggia e di Sottomarina è fatta di ingredienti tipici, locali, freschi e naturali. La sua forza sono i 'tesori' pescati nel mare e nella Laguna, uniti ai prodotti della terra. In ogni ristorante di Chioggia si possono assaporare piatti tradizionali che derivano dall'essere il centro peschereccio più importante dell’Adriatico e allo stesso tempo centrale europea di prodotti orticoli. Queste due combinazioni fanno di Chioggia un centro gastronomico di eccellenza.
Per tutto l’anno i ristoranti a Chioggia offrono piatti che nascono da ricette tramandate da tempi lontani e rivisitate dalla nuova cucina. La tradizione si mescola con l'innovazione e racconta una nuova storia, quella attuale.
Le ricette chioggiotte, abbinate ai vini veneti di maggior pregio, sono note e apprezzate in tutto il mondo. Per fare qualche esempio si va dalle Bibarasse in cassopipa(vongole con soffritto di cipolle o di aglio) alle Capesante al forno (ottime con l’aggiunta di cognac), dalle nobili Granseole (polpa di granchio) alle popolari Sardele in saòre (con cipolla ed altri elementi: sistema di preparazione utilizzato anche per altro pesce, come le sogliole) o ai saporiti Buoboli da vida (lumachine condite). E ancora, dal Broeto (zuppa con tranci di pesce e molluschi, da servire con crostini) ai tanti tipi di spaghetti (a le bibarasse o alla pescatora, che diventano Bigoli in salsa quando sono all’olio con filetti di acciuga conservati sotto sale) o di risotti (di pesce, a la pescatora,a la ciosotao de sepe, ma anche di radicchio o di zucca). Oltre a questi piatti caratteristici, a Chioggia i ristoranti offrono anche esclusive specialità della casa: gustose varianti dei piatti della tradizione che ciascun cuoco rielabora con l'aggiunta di un tocco personale e fantasioso. Come un vero artista!
Per i secondi, i due grandi settori del pesce di stagione alla griglia o in frittura trovano sapori nobili nel Bisato (anguilla, in tecia, al pomodoro, o ai ferri) o nelle Moleche frite (granchi in muta fritti in abbondante olio), ma un gusto insuperabile si apprezza anche in piatti più semplici come Sfogi(sogliole), Barboni (triglie), Risi e vuovi (uova di seppie bollite condite con olio, aceto e spezie), Sepe con polenta (seppie, da fare in umido, con pomodoro e spezie, o nere, con soffritto di cipolle e aglio, con un po’ del loro nero e aggiunta di vino bianco) e il Pesse rosto incovercià (pesce alla brace e riscaldato in un tegame coperto con olio, aceto, vino e aglio).
Per i contorni la fanno da padrone il Radicchio, la 'rosa di Chioggia' coltivato praticamente in tutti i periodi dell’anno, consumato come insalata, ai ferri, fritto in cotolette (ma anche con risotto o lasagne), la suca baruca (zucca marina di Chioggia), le particolari cipolle, patate, carciofi degli orti di Sottomarina.
Pane tipico di Chioggia è il Bussolà o Bossolà, fragrante e croccante a forma di anello, dalla lunga conservazione, nato dalla necessità di avere del pane nei lunghi viaggi in barca.
Per i più golosi, i dolci più tradizionali sono abbinati con la stagione, come i Sùgoli (crema di uva nera con farina), il Pan dolse e i dolci pasquali, ma molti altri si trovano tutto l’anno, come i Papini (ciambelle ad anello di pasta dura) e la Smegiàssa (impasto di miele nero, farina, zucca, uva passa, pinoli e zucchero).
Prenota subito la tua vacanza e cogli l’occasione di gustare i piatti appetitosi e tradizionali preparati nei ristoranti di Chioggia.






Natura, sport e divertimento

Territorio ‘cerniera’ tra ambienti unici come la Laguna Veneta, l’alto Adriatico, il Delta del Po e le aste terminali dei principali fiumi italiani, Chioggia, Sottomarina Lido e Isolaverde offrono ampie possibilità di immersione nella natura, di pratiche sportive e occasioni e momenti di svago e di divertimento.
Alle classiche attività della vita di mare e di spiaggia il litorale abbina potenzialità di immersione diretta dentro la natura o in ambienti particolari costruiti dalla sapienza di molte generazioni succedutesi nei secoli, che hanno tramandato il loro modo di vivere.
La stessa tranquilla e incessantemente fluttuante distesa del mare offre curiosità e gioielli di inestimabile valore come le Tegnùe, sedimenti rocciosi posti di fronte al litorale, dal 2002 area di tutela biologica, che derivano il nome dal fatto che le reti dei pescatori vi si impigliavano, venivano ‘trattenute’. Ritenuta un tempo città sommersa, con resti di campanili e palazzi, l’area è caratterizzata da un alone di sacralità, che permane nel suo ruolo di nurcery, ambito nel quale alcune specie di pesce possono crescere indisturbate e dove nel tempo è andato formandosi una varietà di flora e fauna di invidiabile pregio, meta di escursioni subacque e per gli appassionati del mare.
Per chi ama rimanere con i piedi sulla terra non mancano siti e mete incantevoli, come la riserva naturale integrale Bosco Nordio a sud, l’area del forte San Felice a nord, o l’anello ciclopedonabile attorno alla Laguna del Lusenzo, tra i centri storici di Chioggia e di Sottomarina, e nel Lungolaguna di Sottomarina, o ancora le foci dei fiumi e i percorsi tra canali e orti.
Sport e divertimenti specifici sono resi disponibili dalle numerose strutture presenti, che si attagliano a tutte le età e a tutti i gusti: dalla barche al canottaggio e al surfing, dal tennis alla equitazione e al calcetto.
I locali di ritrovo consentono occasioni di divertimento, in aree urbane o lungo la spiaggia, per giornate e serate indimenticabili all’insegna dello svago e dell’allegria.
Sono molteplici gli sport che si possono praticare a Chioggia! Nelle spiagge di Sottomarina o Isolaverde non vi annoierete scegliendo lo stabilimento balneare attrezzato con campi da beach volley, beach tennis o campi da calcio a 5. Ai più mattutini consigliamo una bella passeggiata armati di bastoncini da nordic walking che svolto vicino alla battigia prende il nome di beach walking senza dimenticare il jogging da praticare sulla riva, sulla Diga di Sottomarina, sul Lungomare o sulla suggestiva passeggiata del Lusenzo. Per i più romantici il gioco degli aquiloni li farà sognare tornando bambini, mentre per i più tradizionalisti il gioco delle bocce o delle biglie sulla sabbia sarà un passatempo irrinunciabile.
La particolare e costante brezza rende il mare di Sottomarina e Isolaverde il luogo preferito per gli amanti degli sport acquatici come surf, windsurf, kitesurf, canoa, kayak, dragon boat e vela.
Dal 1947 è presente a Chioggia il Circolo Nautico di Chioggia che raduna appassionati di vela. Presente nel territorio anche la scuola di Vela “A.Voltolina” che offre corsi di vela Optimist per ragazzi dai 7 ai 13 anni, corsi su imbarcazioni 420 per ragazzi dagli 11 ai 17 anni e corsi in equipaggio per ragazzi e adulti.
Attiva nel territorio anche la Lega Navale Italiana, associazione di volontari che ha l’obiettivo di promuovere e sostenere la pratica del diporto e delle altre attività nautiche sviluppando corsi di formazione professionale e iniziative promozionali, culturali, sportive, ambientalistiche e naturalistiche.
Gli amanti della pesca sportiva e della pesca d'altura troveranno a Chioggia delle imbarcazioni che sono in grado di offrire escursioni in mare quotidiane.
Ma il divertimento non finisce qui! Alla sera potete scegliere tra una serata al parco giochi con i vostri bambini o una passeggiata sulla promenade in centro a Sottomarina. I più modaioli possono iniziare la serata con uno spritz in un bar di uno stabilimento balneare o in Centro Storico a Chioggia per poi terminare la serata con una festa in spiaggia sorseggiando un cocktail in riva al mare…
Alternative molto piacevoli e sempre più richieste dagli ospiti della cittadina veneta sono l’ittiturismo e il pescaturismo che danno la possibilità di assaporare il pesce fresco direttamente nei luoghi in cui questo viene pescato. Il pescaturismo, in particolare, permette di trascorrere una giornata in barca guidati dai pescatori del posto, alla scoperta dei miti e delle tradizioni chioggiotte. In questo modo è possibile raggiungere località altrimenti inaccessibili e scoprire gli scorci più suggestivi della laguna veneta. Infine, il pesce che si è pescato viene cucinato secondo le ricette tipiche e gustato direttamente a bordo.
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